Il progetto prende spunto dalla didascalia di una vecchia fotografia del Giardino Bellini di Catania, contenuta nel libro di Salvatore Nicolosi, Vecchie foto di Catania (Tringale editore, Catania 1985), che riportava: “(…) il piazzale si riempiva di ascoltatori; le ascoltatrici stavano in carrozza; e mentre le note degli ottoni si spargevano per l’aria esse potevano prendere il gelato stando sedute nel cocchio e intrecciando conversazioni… con le amiche delle carrozze vicine…”.
Il progetto intende realizzare uno spazio polivalente, senza una destinazione specifica, un luogo di incontro e di interazione con lo spazio circostante, un luogo che non ha confini ma si integra perfettamente con l’esistente, non un edificio ma un luogo aperto, flessibile, naturale fatto dello stesso materiale di ciĆ² che lo circonda e lo caratterizza.